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Abbiamo avuto modo di conoscerlo nel 2000, grazie all'articolo per il giornalino dell'ing. Cedri (con lui nella foto) riguardante il Barbotto e di incontrarlo poi, il 3 giugno dell'anno successivo, a Castellania in occasione dell'arrivo della manifestazione ciclistica alla quale avevamo partecipato e, in quella occasione, ci aveva onorato con la sua presenza al pranzo, accompagnandoci poi anche nella visita al locale Museo del ciclismo.
In quella circostanza aveva raccontato un po' della sua vita e della scelta di arrivare ultimo "quando gli conveniva", perché quello era l'unico modo per sconfiggere la miseria, precisando subito però che, nel corso della sua lunga carriera, era stato capace anche di vincere, diventando un buon corridore. Ha iniziato la sua attività ciclistica nel 1936 terminandola nel 1958.
Ha vinto complessivamente ben 138 corse, di cui 15 da professionista, ed ha vestito per ben due volte la maglia di "Campione Italiano di Ciclocross" nel 1951 e nel 1953.
Da tempo sofferente, era stato operato al cuore e alla gola. Ricoverato in ospedale alcuni giorni fa, poi dimesso, domenica, nella sua Cascina Barbesina ha cessato di vivere.
I funerali si sono tenuti questa mattina, nella Chiesa della Santissima Trinità a Garlasco.
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