21/03/2013 (fonte FCI)

LUTTO: Minuto di silenzio in tutte le manifestazioni sportive
in memoria di PIETRO MENNEA

Lo sport italiano rende omaggio al campione olimpico e primatista del mondo per 17 anni sui 200 metri scomparso oggi. Camera ardente al CONI alle ore 9 di domani.

Lo sport italiano è in lutto. E piange, commosso, Pietro Mennea, scomparso questa mattina in una clinica romana dopo una lunga malattia.
Lo sprinter, medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Mosca 1980 sui 200 metri e detentore del record del mondo sulla distanza per oltre 16 anni, era nato a Barletta il 28 giugno 1952.
La camera ardente, inizialmente prevista per oggi pomeriggio, per motivi legati a disposizione di legge sarà invece allestita a partire da domani mattina, alle ore 9.

MINUTO DI SILENZIO - Il Presidente del CONI ha invitato le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive, che si disputeranno in Italia da oggi e per tutto il fine settimana. In memoria dell'olimpionico è stata disposta infine, l'esposizione della bandiera tricolore - listata a lutto - a mezz'asta.

Il Presidente della FCI si unisce al profondo cordoglio di tutti gli sportivi anche a nome del movimento ciclistico italiano.

GLI ESORDI con i colori dell'AVIS BARLETTA

Nelle conferenze che teneva, Pietro Mennea uno dei più grandi atleti della storia d'Italia non mancava mai di ricordare le sue origini sportive che avevano avuto inizio proprio vestendo i colori della Società Sportiva dell'AVIS Barletta.

Pochi probabilmente sanno che il più grande velocista italiano incominciò a praticare l'atletica non da velocista ma da marciatore. Ma l'amore fra Mennea e la marcia non durò che 15 giorni, anche perché non era piacevole allenarsi, in mancanza di un qualsiasi impianto adeguato, sulla litoranea di Ponente di Barletta in un ambiente freddo e umido.

Più facile, invece, dedicarsi alla velocità soprattutto per il piacere di battersi tra le mura scolastiche con Salvatore Pallammolla, lo studente più veloce della Ragioneria: ed infatti le sfide (sui 50 m, superficie in terra battuta) terminavano troppo spesso con la vittoria di quest'ultimo.
Fu il primo successo (dopo molti tentativi...) su Pallammolla che convinse il giovane Mennea a dedicarsi sempre con maggior impegno all'atletica con la maglia della
Società Sportiva AVIS Barletta.
Spinto dal professor Autorino, iniziò a prepararsi per i 100 m dei Campionati Studenteschi stravinti nella finale di Pisa con un eccellente 10"8.

Passato sotto la guida del professor Franco Mascolo, continuò a gareggiare in molte competizioni giovanili vincendo un po' ovunque, anche ad Ascoli Piceno dove ad assistere alle gare c'era anche l'allenatore della squadra italiana di atletica, Carlo Vittori. Mennea aveva fatto una bella figura sui 300 m e a Mascolo era sembrato opportuno segnalare personalmente a Vittori il ragazzo, per farlo partecipare a qualche raduno collegiale della federazione: ma questi dichiarò che quel ragazzo magrolino più che a correre doveva senz'altro pensare a... mangiare!

La stroncatura, che avrebbe demolito un toro, fu invece accettata più o meno di buon grado da Mennea che tornò a Barletta ad allenarsi sempre con maggior impegno continuando a dominare le gare giovanili singolarmente ed insieme ai compagni della staffetta 4x100 dell'AVIS: Pallammolla (si, proprio lui...), Acquafredda e Gambatesa.
Il 1968 segnò una tappa fondamentale della carriera di Mennea allorquando, in mondovisione, assistette alla vittoria sui 200 m alle Olimpiadi di Città del Messico dell'americano Tommy Smith il quale diventò immediatamente il suo idolo e modello sportivo da imitare.

Verso la fine dello stesso anno finalmente Pietro venne ammesso a disputare uno stage al centro federale di Formia (Vittori si era finalmente convinto...) e fu lì che cominciò a conoscere i primi sacrifici imposti dall'attività agonistica poiché fu costretto a passare il capodanno del'69 lontano da casa ed anzi a presentarsi in pista alle 8 del mattino del 1° gennaio!

Proprio nel 1969 Mennea rischiò di partecipare, a soli 17 anni, ai campionati europei assoluti di Atene in quanto alle selezioni di Viareggio era stato il migliore; ma, evidentemente, i responsabili della nazionale non se la sentirono di "bruciare" quel ragazzino preferendo dirottarlo nella squadra "B" che doveva gareggiare in Svizzera: Pietro non se la prese più di tanto, anzi fu contento di visitare per la prima volta un paese straniero. L'anno seguente arrivò 5° agli Europei juniores e poi, nel'71 i primi grandi risultati: finalista dei 200 m ai campionati continentali assoluti di Helsinki e bronzo (la prima medaglia importante) nella staffetta 4x100.

Nel clan della nazionale "Pieretto", come simpaticamente era soprannominato dai compagni più esperti, venne subito accolto molto cordialmente grazie al suo carattere per nulla da primadonna: anzi lui era (ed è sempre stato) pacato, tranquillo, modestissimo, geloso della sua intimità, sereno e riflessivo.
Nel frattempo era stato necessario il definitivo trasferimento a Formia (
pur continuando a correre per i colori dell'Avis Barletta) sotto la guida del duro Vittori con il quale avrebbe trascorso lunghi anni insieme, per 350 giorni l'anno, condividendo fatica, difficoltà, gioie e delusioni. Un binomio che, di lì a poco, avrebbe fatto la storia dell'atletica italiana.

ADDIO CAMPIONE! (fonte Avis Nazionale)

Anche AVIS piange la scomparsa di Pietro Mennea, campione di atletica e uomo che ha diffuso in tutta Italia e nel mondo i valori dello sport.
Il legame con AVIS è molto antico. Tra il 1967 e il 1972 Mennea ha iniziato la sua carriera indossando la maglietta della società sportiva Avis Barletta. L'atleta era anche abituale donatore di sangue.
Le immagini sotto riportate ci ricordano il Mennea avisino e donatore.
A presto, Pietro!

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